Lettera alla
sorella Caterina Te la senti di guardare le
foto dell’album di famiglia? dal blog di Agostino Diveraro. (agonelis.blogspot.it)
Se non hai un motivo concreto per
farlo, non ti viene in mente di andare a riguardare le foto che hai fatto lungo
gli anni della tua vita. Forse è più facile scorrerle, cercando un volto, un
luogo, l’album di un tuo parente o l’archivio di una istituzione.
Perché ti può assalire una nostalgia
dolorosa nel trovarti di fronte a ciò che eri ( che apparivi) 10, 20 30 anni
fa? Quasi sempre lì sembri più bello (perchè più giovane), le gite più avventurose, i panorami più ampi, i colori più
marcati. Le persone più interessanti. Rivedi
anche i familiari e gli amici che se ne sono andati o di cui hai perso
le tracce.
Foto di escursioni che ora ti non ti puoi più
permettere, eventi che non potranno ritornare. Anche alcuni sfondi urbani o
paesaggi a volte non più rivisitabili. Quegli alberi dietro la casa dei nonni
non ci sono più. Spesso anche la casa non c’è più. Quel laghetto
(stò pensando al lago dolomitico di
Carezza) che faceva da sfondo alla foto con un gruppo di compagni di
scuola si è ridotto ad una pozza. Quel meraviglioso ghiacciaio che stava alle
tue spalle adesso non c’è quasi più. Le
ragazze carine che stavano nella foto alla tua destra chissà che fine hanno
fatto. Tua sorella con le lunghe trecce che ti stà sostenendo nei primi passi nel
cortile di casa, adesso ha il diabete, non
si può più muovere tanto e spesso quando
le parli del passato fa fatica a ricordare.
Insomma le foto antiche sono una fonte
di nostalgico rimpianto, di tristezza e a volte di dolore. Ma allora perché si
continua a fare foto…selfie, ecc. Si
fanno e poi o si cancellano subito o non si guardano più . Adesso poi con i
telefonini evoluti te ne fai quante vuoi. Alcune le memorizzi, le giri agli amici per dire “guarda
dove sono stato”..la gran parte le cestini.
Ma le foto quindi servono solo per
rinnovare la patente, per la
documentazione storica del passato tuo e dei tuoi cari o costruirsi un album di famiglia da mettere
nel cassetto?
Ma qual è il vero Agostino? Quello
vecchio di oggi, quello già un po’
anziano di qualche anno fa in bicicletta o quello trentenne che, nella foto,
attaccava con energia la direttissima del Gran Sasso o di cui si vede il volto nel gruppo di amici festanti che attende la proclamazione del
nuovo Papa in piazza san Pietro?
Dobbiamo fare in modo che il riprendere in mano le foto antiche sia un
occasione di gioia, di nuovo slancio ma come fare?
Mi troverei in difficoltà a dare una
risposta se non sentissi risuonare nella
mia mente e nel mio cuore quelle parole di che san Paolo che diceva ai Corinzi “ Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai
entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano. (1 Corinzi 2,9)
E nella lettera ai Romani…”Sappiamo
infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino
ad oggi.23Non solo, ma anche noi, che possediamo le
primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la
redenzione del nostro corpo.24Nella speranza
infatti siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più
oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe
sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo
attendiamo con perseveranza. (Lettera ai Romani 8, 22-26)
Ritroveremo le persone e le cose amate
, l’intero creato con tutti i suoi mondi e le
sue stelle…lì ogni lacrima verrà asciugata. Quindi lacrime, lacrime di
dolore, ma anche lacrime di gioia e di ringraziamento verso Colui che ci ha
donato tutto e ci ha dato la capacità di amare tutto e tutti. Non ci sarà più
la divisione in parenti, amici, conoscenti, estranei, stranieri, diversi. Saremo una cosa sola con Lui: uniti,
indivisibili (come diceva Battisti in “Amarsi un po”). Un po’ come
l’ascolto di un concerto di Beethoven: mentre scorre la musica puoi
immaginare che a sentirlo ci siano tutte le persone del mondo che vorresti
vicini a te per partecipare di questa indescrivibile emozione. La musica, come
la Fede unisce e abbraccia l’intero universo.
Saremo nelle foto di tutti, nei paesaggi più
incredibili, nei viaggi più interstellari “Dio
è cielo sconfinato: perciò di continuo si vedono e si godono nuovi cieli dalle inimmaginabili bellezze e meraviglie,
che l'anima vede come nel centro di Dio, e ne gode per sempre. E percorrendo quegli infiniti cieli nuovi l'anima si ritrova eternamente felice.” (Javiera Del Valle)
Allora la visione delle immagini di
come eravamo diventa un’occasione di ringraziamento, di lode, di stupore pe essere figli di un Padre così
buono. E nella paternità del nostro papà, ritratto assieme a mamma e alla
sorella, mentre scendiamo dal treno a vapore che ci ha portato a Pieve di
Cadore, intravediamo la paternità divina.
San Giovanni incontrando Nicodemo di
notte gli dice: Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo
unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita
eterna.
La vita eterna non solo agli uomini ma
anche a tutto il mondo. Lui, il Creatore, che “ama il mondo appassionatamente” e
che ci ha trasmesso questo amore nella persona
di Gesù . Gesù ha amato appassionatamente la sua Galilea, Il suo lago, i suoi
monti, tutte le creature della terra Con
quanta tenerezza parla dei fiori, degli alberi, degli animali, dei pesci..
Mi ritorna in mente l’omelia di san Josemaria pronunciata nel 1968 nel campus dell’università
di Navarra: “Amare il mondo appassionatamente”. La bellezza di lavorare amando
le persone e le cose attorno a te.
Rivedo le foto di questo incontro, rivedo la
sua carica umana e spirituale tutto ciò
mi dà gioia , mi aiuta a lottare , a scacciare la tristezza.
Gesu
Cristo vive ” Ravviva la tua fede.
—Cristo non è una figura del passato. Non è un ricordo che si perde nella
storia. È vivo! “Iesus Christus
heri et hodie, ipse et in saecula” —dice San Paolo— Gesù Cristo ieri,
oggi e sempre!”(Cammino,584)
Riconosco, accanto a Josemaria, Alvaro
e Javier ; anche loro continuano a vivere con noi. Come i nostri genitori che
sono in Cielo, come i nostri fratelli e sorelle, come tanti altri conosciuti, o
ormai dimenticati, con cui abbiamo trascorso momenti belli e meno belli della
nostra vita.
L’orizzonte della nostra vita si
allarga , da ogni fotogramma ci arriva un impulso di vita, di speranza di pace.
E può essere un segno dei tempi che
l’unica immagine vera che ci è giunta di Gesù sia una specie di foto: la foto della Sindone! Una immagine che
guardandola ci fa soffrire ma che insieme ci entusiasma, ci riempie di
gioia . Nell’immagine del suo corpo completamente donato a noi fino all’ultima
goccia di sangue c’è la nostra felicità presente e futura. Il commovente inno
latino composto per la venerazione della Sindone ce lo ricorda (2)
Occorre sapersi figli di Dio, vivere la filiazione divina: ringraziare, ammirare.,pregare…sapendo
che il bello deve ancora venire.
Un affettuoso saluto da Agostino
1. Amarsi un
po' è come bere.. più facile è respirare. Basta guardarsi e
poi ..avvicinarsi un po' ..e non lasciarsi mai.. impaurire no,
no. Amarsi un po' è un po' fiorire ..aiuta sai a non
morire. Senza nascondersi.. manifestandosi.. si può
eludere la solitudine.. però, però volersi bene no.. partecipare è
difficile quasi come volare Ma quanti ostacoli e sofferenze e
poi sconforti e lacrime per diventare noi veramente noi, uniti.. indivisibili, vicini
ma irraggiungibili.
2.
Jesu dulcis amor meus, ac si praesens sis accedo: te complector cum affectu,
tuorum memor vulnerum. O quam nudum hic te cerno, vulneratum et distentum,
inquinatum, involutum, in hoc sacrato tegmine!Salve caput cruentatum Spinis
cujus dulcis vultus Immutavit suum florem, quem caeli tremit curia. Salve
latus Salvatoris, salve mitis apertura, super rosam rubicunda, medela
salutifera. Manus sanctae,
vos avete, diris clavis perforatae: ne repellas me salvator de tuis sanctis
pedibus. Amen
ascolta: https://www.youtube.com/watch?v=yNBT_U_3KME