In questo ultimo libro, Javier Echevarria prelato dell’Opus Dei invita i cristiani a innestare la santa messa nella vita di ogni giorno, rispondendo all’invito di Gesù a non dimenticarsi di Lui :“fate questo in memoria di me”. In ogni pagina del libro si coglie la ricchezza e la profondità vissuta da san Josemaria Escrivà nel celebrare e nel vivere la santa Messa. Questo grande amore per Gesù, presente nel sacrificio dell’altare e nell’Eucarestia, che ha saputo trasmettere a migliaia e migliaia di persone. Parlando della consacrazione dice:

Per questo, sintonizziamo la nostra esistenza con le finalità del Sacrificio eucaristico, nella certezza che, per i meriti infiniti di Gesù, la nostra adorazione, la nostra impetrazione, la nostra espiazione e il nostro rendimento di grazie salgono al cielo e sono accolti da Dio Padre. Così saremo in grado di imprimere queste caratteristiche alle diverse azioni della giornata, perché in Cristo persino la più pic¬cola frazione di tempo, di sforzo, di lavoro, di mortificazione, acquisisce un significato trascendente ed eterno, pieno di efficacia apostolica sulla terra. Il papa san Leone Magno insegnava che, dopo l'Ascensione, «quel che era visibile nel nostro Redentore, è passato nei riti sacri»(2).
Con la precisa indicazione , fate questo ìn memoria dì me, il Signore dava agli Apostoli l'incarico e la capacità di ripetere efficacemente le sue parole e i suoi gesti. Proprio con questo «in memoria di me» sembra dir loro: non di-menticatevi di me! Abbiate sempre presente quello che ho portato a termine per voi! Per questo, la Chiesa eleva al cielo la preghiera che la liturgia chiama anamnesi, ovvero il memoriale dell'opera della redenzione compiuta e resa attuale in modo sacramentale mediante la consacrazione. «Celebrando il memoriale del tuo Figlio, morto per la no¬stra salvezza, gloriosamente risorto e asceso al cielo, nell'attesa della sua venuta ti offriamo, Padre, in rendimento di grazie questo sacrificio vivo e santo»(3).
Il fatto di ricordare al cospetto del Padre le meraviglie della redenzione risponde, oltretutto, a un'esigenza legata al nostro modo di essere: noi spesso dimentichiamo. In ogni Messa, la Chiesa ricorda queste grandi opere di Dio, affinché le assaporiamo con costanza ringraziando come si deve. Così, le prove dell'amore di Gesù per noi si incideranno nel profondo della nostra anima. A forza di considerarle una volta e un'altra, finiremo per diventare persone riconoscenti e penitenti.
La nostra vita, la nostra giornata intera, acquisirà la fragranza di un'«ostìa pura, santa e immacolata»"(4).
1)Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1364.
2) San Leone Magno, Omilia LXXIU, 2, L'Ascensione (PL 54, 398), in: Idem, Omilie, Lettere, cit., p. 413.
3)Messale Romano, Preghiera eucaristica III.
4) Cfr Messale Romano, Preghiera eucaristica 1.