L’AVVENTURA DELLA FEDE E IL CELIBATO APOSTOLICO
Nelle sue visioni future, Isaia intravede la Vergine Maria (Is 7,14). Con Maria, raggiungiamo il culmine cristiano della fede. Maria è «colei che ha creduto»; questo è il più bel titolo di gloria, perché tutto il resto, immacolata concezione.., maternità divina... è dono gratuito di Dio. Più di qualsiasi altra anima umana, Maria ha tentato la grande avventura della fede.
Nella sua vita, c'è anzitutto la grande avventura del suo proposito di verginità*. Con il suo proposito ella faceva un gesto più grande di quello di Abramo che offre il figlio Isacco. Il nostro padre nella fede sacrificava il suo primogenito, cioè un essere che era come la parte migliore di se stesso, ma non sacrificava tutto se stesso, né per sempre. Promettendo a Dio di restare vergine, Maria si offre senza riserve e senza ritorno; offre a Dio non solo il suo corpo, ma anche le sue facoltà più nobili, l'intelligenza e il cuore, perché questo è essere vergine: pensare solo a Dio, amare solo Lui e vivere nello spogliamento e come nell'ignoranza di se stessi; è come un olocausto perpetuo. Pensiamo alla portata immensa di questo impegno? Il dinamismo interno del voto di verginità tende alla santità ed è un appello rivolto a Dio affinché venga a invadere la nostra vita. Per capirlo basta valutare la portata di queste semplici parole: dare a Dio la propria intelligenza, dare a Dio il proprio cuore e il proprio corpo. Fare un dono del genere è consentire in anticipo a perdere un giorno molto realmente, anche se nella misura voluta da Dio, la proprietà della propria persona e della propria vita perché Dio ne sia il padrone esclusivo.'Fare un dono del genere è, in qualche modo, invitare Dio a godere della pienezza dei suoi diritti sulla nostra persona e la nostra attività: ti appartengo, fa' di me ciò che ti piace.
Nessuno, prima della beata Vergine, aveva avuto il coraggio di fare un'offerta del genere, dandole un senso così profondo. Abramo apre la serie dei credenti; Maria apre quella dei credenti perfetti, di coloro che, al suo seguito, avranno il coraggio di giocare il tutto per tutto, perché è questo essere vergini: rischiare tutto per incontrare Colui che è tutto. Si rinuncia alle gioie più grandi di quaggiù, le gioie dell'amore e dell'intimità della famiglia, le gioie della paternità e della maternità e, in cambio, apparentemente, non si riceve niente, ma in realtà si riceve tutto. Questo tutto, però, non sempre è sentito e conosciuto, va creduto. Il prete, la ragazza che, seguendo la Vergine, consacrano a Dio la loro verginità**, fanno un gesto eroico di santità; non potrebbero donare di più. Ma ciò che uno dona all'inizio una volta per tutte, dovrà accettare di perderlo per così dire, goccia a goccia, nella vita di ogni giorno; si rinuncia certamente in una sola volta alle gioie legittime
connesse con il matrimonio e la famiglia, ma non si perde in una sola volta la proprietà della propria persona; solo Maria ha potuto farlo e per questo è stata lo strumento scelto dai grandi disegni dell'amore divino; e per questo è anche nostro modello imitabile per sempre. Maria, vergine tutta pura, è anzitutto l'esempio delle anime consacrate*** a Dio nella verginità, che hanno avuto il coraggio di ripetere il suo gesto di fede e di amore. Ma è anche un modello per tutte le anime cristiane che, in qualsiasi condizione, sono tenute al rispetto della virtù della purezza, la cui sola salvaguardia suppone una fede e un amore profondo. C'è una purezza da salvaguardare nel matrimonio che a volte esige eroismo.
Da ANDRE FEUILLET, Maria madre del Messia e Madre della Chiesa, pp. 57-58 Articolo pubblicato su “Carmel”, n° 2 ,1954
Da ANDRE FEUILLET, Maria madre del Messia e Madre della Chiesa, pp. 57-58 Articolo pubblicato su “Carmel”, n° 2 ,1954
* L’autore scrive di “proposito di verginità” e non di voto religioso: la Vergine Maria è rimasta nella condizione in cui già si trovava in mezzo al suo popolo e nel suo ambiente sociale e parentale
** Prima della metà del secolo scorso non era ancora conosciuto il cammino del celibato laicale in mezzo al mondo come cristiani comuni, senza fare una consacrazione religiosa e senza “prendere i voti”.
***: Anche il termine consacrato precedentemente utilizzato nella devozione popolare cristiana, agli inizi del 900 è venuto a significare una connotazione “religiosa”.