R.C.V.(1)
Diversi santi (tra cui s. Josemaria) utilizavano questa sigla per ricordarsi della presenza di Cristo nella propria vita quotidiana. " È Re e desidera regnare nei nostri cuori di figli di Dio. Ma mettiamo da parte l'immagine che abbiamo dei regni della terra: Cristo non domina né cerca di imporsi, perché non è venuto per essere servito, ma per servire. (Josemaria Escrivà, omelia Cristo Re.)"
L'ultima domenica dell'anno liturgico ci invita a considerare la realtà della regalità di Cristo nella nostra vita. La devozione al Sacro Cuore di Gesù non è zuccherosa pratica spirituale per anziane signore ma un invito rivolto a tutti i cristiani a prendere sul serio una realtà inaudita: essere una cosa sola con Lui!
"La forma che fa cristiano il cristiano, che deve compenetrare tutte le sue espressioni, collegare in un'unità tutti i diversi processi della sua vita, che dev'essere riconosciuta in tutto, è il Cristo in lui. In ciascun singolo in modo diverso, secondo la modalità del suo essere: nell'uomo differentemente dalla donna, diversamente nel bambino e nell'adulto, in modo diverso in un'indole con queste doti e in quella. Diversamente secondo i vari tempi e occasioni, secondo la gioia o il dolore, il lavoro o gli incontri con le persone. Ma è sempre lui. Attraverso tutta la molteplicità e tutto il cambiamento, passa un contesto del divenire, una crescita. In ogni cristiano Cristo per così dire vive la sua vita: dapprima è bambino, e poi cresce finché perviene all'età piena del cristiano maggiorenne. Egli perciò cresce in quanto cresce la fede, si rafforza l'amore, il cristiano diviene sempre più chiaramente consapevole del suo essere cristiano e con profondità e responsabilità sempre maggiori vive la sua esistenza cristiana." (R. GUARDINI, Il Signore, pag. 602)