L’occasione dell’intitolazione a Pescara di una via a san Josemaria Escrivà, fondatore dell’Opus Dei, mette in evidenza la grande familiarità che intercorre tra la gente d’Abruzzo e i santi. Non solo con i grandi santi consacrati dalla secolare storia della Chiesa, ma anche tra quelli più “normali” e recenti: Padre Pio, Teresa di Calcutta, Josemaria Escrivà. Per non parlare di uno molto vicino, per certi aspetti già canonizzato dal popolo: Giovanni Paolo II.
Appunto san Josemaria e Giovanni Paolo II: due grandi figure destinate a lasciare una traccia indelebile su tutto il millennio che si è aperto da poco.
Joaquìn Navarro Valls probabilmente è l’unica persona ad aver avuto la fortuna di conoscerli a fondo entrambi. E non in modo episodico ed esterno ma vivendo accanto a loro per diversi anni ;prima con Josemaria Escrivà e poi con Giovanni Paolo II.
L’occasione di ricordarli entrambi è stato al centro dell’intervento di Navarro all’incontro svoltosi nell’aula consiliare del comune di Pescara
Ecco uno degli articoli apparsi nel quotidiano “Il Centro”
I ricordi abruzzesi dell'ex direttore della sala stampa della Santa Sede in città per l'Opus Dei: "Ventidue anni accanto a Giovanni Paolo II"
PESCARA. «Quante volte siamo venuti in Abruzzo di nascosto. A camminare, a sciare». Si illuminano gli occhi di Joaquìn Navarro Valls mentre regala un momento dei suoi ventidue anni accanto a Giovanni Paolo II. Spagnolo, direttore della sala stampa della Santa Sede dal 1984 al 2002, Navarro Valls ieri era a Pescara dove, nella sala consiliare del Comune, ha parlato di «realismo umano della santità». Un incontro organizzato dall'associazione culturale Forgia e dal club CasAuria alla vigilia dell'inaugurazione della strada (tra via Pizzoferrato e via Arapietra) che il Comune di Pescara intitola questa mattina a San Josemarìa Escrivà.Con il fondatore dell'Opus Dei, Navarro Valls ha vissuto cinque anni a Roma, dal 1970 al 1975, nella casa madre della prelatura cattolica di cui lui stesso è membro laico.
SANTI COL BUON UMORE La sala consiliare era piena ieri pomeriggio, con persone arrivate anche da fuori regione per ascoltare la lezione sulla santità del medico e giornalista (74 anni martedì) che nella sua vita ha incontrato due santi «anzi tre», come rimarca lui prima di ricordare san Josemarìa, madre Teresa di Calcutta e, naturalmente, Giovanni Paolo II.«Tre persone completamente diverse per formazione, carattere, preferenze», racconta Navarro Valls, «tanto che mi sono chiesto spesso cosa avessero in comune. Ebbene, un buon umore straordinario. Le miserie del mondo non gli toglievano l'ottimismo, perché tutte e tre credevano sul serio alle due righe della Genesi, Dio ha creato l'uomo a Sua immagine e somiglianza, dunque il fine della storia è sicuramente felice, come nei film degli anni Cinquanta».
LA COPERTINA E L'ACQUA Parla con semplicità, e con semplicità dice, Navarro Valls, che «la santità è l'eroismo nel quotidiano. Non si è santi una volta, ma tutto l'anno. Il santo è colui che fa straordinariamente bene le cose ordinarie, anche se poi non viene canonizzato».Ed ecco allora i ricordi, «tantissimi» accanto a tre personaggi che hanno fatto la storia. «Un anno, Giovanni Paolo II era già molto anziano, la rivista Time Magazine lo fece l'uomo dell'anno. In copertina c'era una foto sua sorridente, con un'espressione ironica straordinaria. Eravamo a cena, non gli avevo detto niente, quando tiro fuori la rivista e gliela mostro. Per tutta la cena mi ha fatto domande sui motivi di quella scelta da parte della rivista, ma alla fine si alza e per la seconda volta lo vedo che capovolge la copertina sul tavolo. Ci resto male. Cosa non le piace, la fotografia, gli chiedo. E lui: forse mi piace troppo. Ecco la sua santità: per ottant'anni ha lottato contro le passioni umane». Josemarìa Escrivà. «Per molto tempo è stato malato di diabete, stava parlando in una conferenza, ma non ce la faceva più. Chiese un bicchiere d'acqua. Ma poi, una volta avuto, ha continuato a parlare ancora per dieci minuti senza bere. Anche in quel piccolo dettaglio offriva a Dio la sofferenza per quella sete». E allora ecco «gli occhi da bambina» di madre Teresa di Calcutta. Navarro Valls la conobbe durante un volo da Calcutta alle Filippine nell'83 e da allora tante volte la missionaria albanese, premio Nobel per la Pace nel 1979, è stata a Roma da Giovanni Paolo II.
IL PAPA E GLI ABRUZZESI «Era un martedì, quel giorno il Pontefice non aveva appuntamenti. Uno sguardo e: dài, andiamo». La destinazione la tiene ancora segreta Joaquìn Navarro Valls, mentre però accetta di confidare quelle fughe («quante volte») improvvise e assolutamente segrete sulle montagne aquilane. «Adorava il paesaggio, soprattutto autunnale. I gialli e i rossi dei boschi. In gran segreto passeggiava, spesso faceva qualche sciatina fin sotto al Gran Sasso. Era extraordinario. Degli abruzzesi ha sempre ricordato la sobrietà e la bontà. Amava parlarne anche quando tornavamo a Roma».
LA DIGNITÀ DELLE DONNE «Papa Giovanni II l'ho visto molto arrabbiato qualche volta, e sempre quando si trattava di circostanze in cui era stata fatta violenza fisica o morale contro un essere umano. Per lui era una bestemmia». E a chi gli chiede una lezione sul bene, su come è inteso e vissuto oggi, Navarro Valls evita riferimenti diretti e si limita a dire: «In qualsiasi attività umana, l'unico modo per essere giusto è trattare le persone da persone, non da cose. Le cose hanno un prezzo, le persone un valore, che è la dignità. A livello sociale, lavorativo, politico. Ce l'hanno gli uomini e ce l'hanno le donne».
I GIORNALISTI E I SANTI Presidente dell'associazione Stampa estera in Italia nel 1983 e 1984, corrispondente per Nuestro Tiempo e inviato estero per il quotidiano di Madrid Abc, Navarro Valls dice subito: «Il giornalismo è una cosa molto seria, va fatto con passione sapendo distinguere tra la propaganda e il giornalismo che racconta l'esperienza che ho vissuto o che considero vera». Quanto ai santi, che è poi il motivo della sua due giorni a Pescara, Navarro Valls commenta l'intitolazione della strada al fondatore dell'Opus Dei con un consiglio ai residenti: «I santi sono sempre vivi, sempre intercessori, basta chiedere. Ne approfittino i residenti della nuova via, ma ne approfitti anche tutta la città».