Nel secondo volume di “Gesù di Nazareth” Benedetto XVI approfondisce il duplice significato della parola “mondo”. Da un lato essa indica tutta la buona creazione di Dio e dell’uomo, dall’altra designa il mondo umano come storicamente si è sviluppato nella corruzione, nella menzogna e nella violenza . La missione di Gesù non sta solo nella salvezza dell’uomo ma tende a far sì che tutto il mondo torni ad essere di Dio.
Questo mondo “cosmos” buono può essere amato appassionatamente dal cristiano quando scopre che con il suo lavoro, con la sua attiva partecipazione alle vicende piccole e grandi della storia può realizzare la sua vocazione di creatura e di figlio di Dio, dando gloria al Creatore. E’ questo l’ispirazione divina che un giovane sacerdote negli anni trenta del secolo scorso ha ricevuto e ha sviluppato fondando una istituzione nuova nella Chiesa: l’Opus Dei.
"Ho insegnato incessantemente, con parole della Sacra Scrittura, che il mondo non è cattivo: perché è uscito dalle mani di Dio, perché è creatura sua, perché Jahvè lo guardò e vide che era buono. Siamo noi uomini a renderlo cattivo e brutto, con i nostri peccati e le nostre infedeltà. Siatene pur certi, figli miei: qualsiasi specie di evasione dalle realtà oneste di tutti i giorni significa per voi uomini e donne del mondo, il contrario della volontà di Dio. Dovete invece comprendere adesso - con una luce tutta nuova - che Dio vi chiama per servirlo nei compiti e attraverso i compiti civili, materiali, temporali della vita umana: in un laboratorio, nella sala operatoria di un ospedale, in caserma, dalla cattedra di un'università, in fabbrica, in officina, sui campi, nel focolare domestico e in tutto lo sconfinato panorama del lavoro, Dio ci aspetta ogni giorno. Sappiatelo bene: c'è un qualcosa di santo, di divino, nascosto nelle situazioni più comuni, qualcosa che tocca a ognuno di voi scoprire........ Si comprende bene, figli miei, perché l'apostolo poteva scrivere: «Tutte le cose sono vostre, voi siete di Cristo e Cristo è di Dio». Si tratta di un moto ascensionale che lo Spirito Santo, diffuso nei nostri cuori, vuole provocare nel mondo: dalla terra, fino alla gloria del Signore. E perché non ci fosse dubbio che in questo moto si includeva pure ciò che sembra più prosaico, san Paolo scriveva anche: « Sia che mangiate, sia che beviate, fate tutto per la gloria di Dio »" Omelia pronunciata nel campus dell'Università di Navarra, l'8-X-1967)
J.RATZINGER, BENEDETTO XVI, Gesù di Nazareth, pag. 117