Lo studio di Raul Manselli sulla figura di san Francesco d’Assisi è una delle opere più complete che siano mai state scritte. In queste righe l'autore fa presenta il metodo che ha seguito .
(da RAUL MANSELLI, San Francesco d’Assisi. Editio maior. Pp. 69-71.)
Quale senso e quale significato ha, dopo quanto abbiamo detto sulle fonti e sugli studi relativi a san Francesco, il lavoro che qui presentiamo? Ci sia consentito di riprendere ed ampliare quanto già abbiamo precedentemente accennato. Il problema che è alla base di questo studio è il significato storico di san Francesco, la sua incidenza nella realtà del proprio tempo e, contemporaneamente, la ragione per la quale il suo esempio, quale risulta dalla sua umana personalità, ancora oggi può avere un senso, un significato, anzi, in una parola, una incidenza storica. Se per la Chiesa è un santo, che cosa egli rappresenta per tutti gli uomini dell'epoca nostra? È un relitto del passato, destinato ad essere travolto dal flusso incessante delle vicende e delle mutazioni degli uomini o è destinato ad avere, comunque, un suo valore, solo che lo si sappia guardare negli occhi, a coglierne il suo insegnamento perenne?
Per rispondere a queste domande non bastano le monografie, senza dubbio importanti e valide, ma rivolte, come si suol dire, agli addetti ai lavori, agli specialisti di professione: sono cioè mezzi per realizzare lo scopo che ci proponiamo, ma non sono lo scopo. Questo lavoro non è, perciò, una monografia. Non servono, però, neanche le biografie: nella loro struttura essenziale e, sotto molti riguardi, naturale, finiscono per cadere fatalmente nell'aneddotico, ora edificante, ora emozionante, ora sentimentale. A risolvere i nostri problemi ancora una volta l'episodio può servire, se riesce a chiarire fatti, indicazioni ed aspetti di una personalità che vadano al di là del particolare e siano spie di realtà più varie, molteplici e complesse; non raccolta di dati completi, dunque, anche se veri, anche se criticamente discussi, vagliati ed approvati. Neppure, però, vogliamo restringere il nostro lavoro ad una sintesi di quanto ri-sulta dalle sole opere di Francesco d'Assisi: ci sembra che questo metodo, per apprezzabile che sia, finisca per rendere il santo prigioniero, per così dire, di se stesso e delle sue opere, chiuso come il baco nel bozzolo che si è costruito e dal quale non può più uscire per il suo libero volo, mentre è necessario porre in piena luce come quell'ideale, consegnato negli scritti, abbia operato nella società del suo tempo e poi in quelle successive. Se in questa società ha operato, non vi si è, però, dissolto, sì che di lui abbiano influito le singole azioni, nella catena delle ripercussioni, di riecheggiamenti, di echi che egli ha suscitato, sì che la sua viva personalità abbia finito col perdersi nella storia che ha contribuito a creare. Ciò equivarrebbe a togliere alla sua umana personalità la sua consistenza effettuale. Ci troviamo - certo - di fronte al problema metodologico centrale della personalità della storia e con un'intensità tale da mostrare le difficoltà in tutta la sua precisa, ineliminabile, sostanza. Riconosceremo, certo, che l'epo¬ca di san Francesco esigeva un uomo che ne vivesse tutta l'intensità drammatica, che ne afferrasse le sofferenze, le attese, le gioie, per renderle consapevoli, esplicite, chiare a tutti. La questione, però, che ritorna insistente è proprio perché quest'uomo - e non tanti altri prima, intorno e dopo di lui - abbia risposto nella maniera più piena e completa a quello che la società gli chiedeva, perché la sua umana consistenza abbia soddisfatto le esigenze che urgevano nella coscienza delle folle. Bisogna chiarire, dunque, chi fosse quest'uomo, il figlio del ricco mercante Pietro Bernardone, per riuscire, nel giro di pochi anni d'azione pubblica - poco più di una quindicina -, a rompere la chiusa cerchia della società assisiate ed irrompere nella Chiesa cattolica e nella società europea con forza trascinatrice. La possibilità di rispondere a tutte queste domande e alle altre minori che ad esse si accompagnano - vi ritorneremo, richiamandole via via - ci sembra possa trovarsi nella discussione, sulla base di tutti gli elementi di cui disponiamo, ma con chiara coscienza critica della diversità di valore, che vi sono impliciti, dei momenti cruciali, delle svolte che la biografia di Francesco conobbe e che la discussione storica ha ormai messo in rilievo. Due sole premesse vanno poste, senza alcun dubbio, come necessarie a creare quello sfondo di società, quella cornice di idee, di uomini, di istituzioni, di masse, entro cui il santo operò e si mosse: l'Europa e la Chiesa del suo tempo, la sua Assisi. Di questo dovremo ora, sia pure rapidamente, interessarci.
(da RAUL MANSELLI, San Francesco d’Assisi. Editio maior. Pp. 69-71.)
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