Tra i mille racconti natalizi, uno dei più belli l’ha scritto un poeta,
Jules Supervielle, nel 1931, inserendolo nella raccolta “La bambina dell’oceano”, che un altro sensibilissimo poeta, Giancarlo Pontiggia, ha tradotto nel 1989 insieme a sua moglie Maria CristinaGrandi (Ed. Marcos y Marcos).
Supervielle dà voce all’asino e al bue del presepe, immedesimati nel loro compito di riscaldare e vegliare sul Bambino, affettuosamente accolti dalla Vergine e da Giuseppe
.. entrambi proteggono il Bambino, osservano stupiti l’arrivo dei Magi,
e organizzano la sfilata di tutti gli animali che, compunti e adoranti, vengono a rendere omaggio al Bambino. Tutti, anche il leone che quasi chiede scusa per la propria forza e prestanza; anche la tigre che si appiatta come uno scendiletto e poi, “nel giro di qualche secondo, si ricostituì tutta intera con una precisione e un’elasticità incredibili”; anche gli scorpioni, le vipere, i serpenti, senza timore alcuno: “La Vergine non ebbe esitazioni. “Potete farli entrare tutti, il mio bambino è al sicuro nella sua greppia come nel più alto dei cieli”. “E uno alla volta!”, aggiunse Giuseppe con un tono quasi militaresco. “Non voglio che passino dalla porta due animali alla volta, altrimenti non ci si raccapezza più””.Il bue è così rapito e delicato che si scorda di mangiare, e dimagrisce di giorno in giorno. Quando è il momento, l’asino del presepe diventerà l’asino della fuga in Egitto, e il bue non potrà seguire la sacra Famigliola che si congeda affettuosamente dall’animale, accolto poi nella costellazione del Toro.
la preghiera del bue:
“Non bisogna giudicarmi, Bambino celeste, dal mio aspetto tardo e ottuso. Forse un giorno potrò non rassomigliare più a un piccolo masso che si muove? Queste corna, bisogna proprio che tu lo sappia, vedi, sono più che altro un ornamento, ti confesso anzi che non me ne sono mai servito.
Gesù, metti un po’ della tua luce in tutta la confusione e le miserie che sono in me. Insegnami un po’ della tua delicatezza, tu che hai i piedini e le manine così finemente attaccati al corpo. Mi dirai, mio piccolo Signore, perché un giorno mi è bastato girare la testa per vederti tutto intero? Come ti ringrazio di poter stare inginocchiato davanti a te, meraviglioso Bambino, e di vivere così, insieme agli angeli e alle stelle! A volte mi chiedo se per caso tu non sia stato male informato e se sono proprio io quello che doveva essere qua; forse hai notato che ho una grande cicatrice sul dorso e che mi manca del pelo sul fianco, cosa che non sta affatto bene. Senza neanche uscire dalla mia famiglia, avrebbero potuto essere scelti mio fratello o i miei cugini, che sono molto meglio di me. E il leone o l’aquila non sarebbero stati più indicati?”.
“Smettila”, disse l’asino “che cos’hai da sospirare così, non vedi che non lo lasci dormire con tutte le tue ruminazioni?” .”Ha ragione”, si disse il bue “bisogna saper tacere quando è il momento, anche quando sentiamo una felicità così grande che non sappiamo dove metterla”.
3 comments:
Cerco diperatamente questo racconto di Jules Supervielle. Il libro da cui è tratto è fuori catalogo. dsapresti indicarmi come reperirlo? grazie per l'attenzione e complimenti pei il Blog.
Cerco diperatamente questo racconto di Jules Supervielle. Il libro da cui è tratto è fuori catalogo. Sapresti indicarmi come reperirlo? Grazie per l'attenzione e complimenti pei il Blog.
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