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Friday, December 03, 2010

Confessione e Amore misericordioso


Accogliere con gratitudine l’amore misericordioso

Proprio chi ha la fortuna di confessarsi frequentemente ha bisogno di prepararsi adeguatamente; certamente con un esame di coscienza ben fatto ma, sopratutto, considerando il grande amore del Signore che, non si accontenta di perdonarci ma desidera purificarci sempre più per unirci  intimamente a lui. Sono queste le preziose considerazioni che Albert Vanhoye ci porge nel suo libro “Pietro e Paolo” che raccoglie una raccolta di meditazioni date negli esercizi spirituali biblici da lui predicati.

“Abbiamo visto che, dopo l'adesione di fede alla persona di Cristo, l'atteggiamento più importante nella vita spirituale è quello dell'amore riconoscente. Ce lo insegnano san Pietro e san Paolo. Accogliere con gratitudine, in ogni circostanza, i doni di Dio, la grazia di Dio, il suo amore generoso. Siamo chiamati, in special modo, ad accogliere un'espressione particolarmente profonda e commovente dell'amore del Signore, cioè il suo amore misericordioso, che ci offre la grazia della purificazione. Prepariamoci a questa grazia e in questa prospettiva. Più importante dell'esame di coscienza per cercare le colpe commesse, è l'attenzione da dare all'amore misericordioso del Signore, all'intenzione del Signore quando offre la grazia della purificazione, per avere i sentimenti rispondenti di amore riconoscente. Come è bello, e commovente, pensare che il Signore ci vuole purificare unicamente perché ci vuole bene: non c'è altra ragione. La purificazione ha come causa l'amore del Signore, e come scopo un'unione più stretta nell'amore con il Signore. L'unione con il Signore non è possibile senza purezza perfetta della coscienza. La grazia della purificazione è dunque una manifestazione di singolare generosità e delicatezza dell'amore del Signore, che suscita una gratitudine profonda. ........Il progetto di amore di Dio è questo: che diventiamo « santi e immacolati al suo cospetto nell'amore». San Paolo spiega un po' di più questo aspetto in Ef 5, quando parla dell'amore di Cristo per la Chiesa: « Cristo ha amato la Chiesa, e ha dato se stesso per lei, per renderla santa purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola - un accenno al battesimo -, al fine di farsi comparire da-vanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (Ef 5,25 -27). Possiamo applicare a noi questa espressione dell'amore di Cristo per la Chiesa, possiamo dire ciò che Paolo diceva: « Cristo, il Figlio di Dio, mi amò e diede se stesso per me » (Gal 2,20). Similmente possiamo dire: «Cristo vuole rendere la mia anima santa purificandola con i sacramenti, al fine di farla comparire davanti a lui tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata». Questo è il progetto di amore di Gesù Cristo, è veramente il progetto di un innamorato: farsi comparire davanti la sua amata tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Il sacramento della misericordia deve essere inteso in questa prospettiva: se lo si intende così, allora c'è veramente il desiderio spontaneo di ricevere questo sacramento, espressione di un amore così profondo e così delicato. L'anima accetta di essere purificata, per diventare tutta gloriosa, senza macchia né ruga, ma santa e immacolata...........
Albert Vanhoye, Pietro e Paolo, pp. 85-90  ed. Paoline

Immacolata

Clemente Rebora è un poeta italiano poco conosciuto. Dopo la conversione,negli anni 30 del secolo scorso, scrisse alcune poesie religiose di grande spessore umano e spirituale. Cominciamo con una dedicata all'Immacolata.
        







   L'Amante Padre aveva in suo consiglio  
   la Tuttabella a modellar le cose   
   secondo l'Esemplare di suo Figlio :   
   del gioire di lei Egli gioiva    
   mentre ponendo i cardini del mondo  
    il ciel voltava sull'informe abisso.
   Così il creato, ov'è più meraviglia,
    sorse per lei, e stelle e rose, e i cuori
    presero in lei a palpitar di Dio
    quando da lei il Sol che tutto avviva
    sorse in luce d'amor per ogni nato,
     onde con lei nei secoli i portenti
    di carità degli infuocati eroi
     fan lieto il Regno e sorgono i viventi,
     per ben risorger dopo la vigilia
     dei tempi a quella festa che già piglia
     sembianza dall'Assunta tuttasanta.
       
       E tu, la Pura, il Creatore esprimi
       ond'ogni creatura a Lui somigli;
       sul tenebroso mal, risorto Cristo,
       a nuova terra, e a nuovo cielo, eterni,
       che qui prepara ognun se ha buona fede,
       la creazion geme tutta intera,
       e geme in chi nel parto della Madre
       da quel Sangue è figliato che a Lui diede.
O creazion, che ansiosa aneli,
non più al peccato ma servir d'ascesa
marianamente per Gesù al Padre:
perché, finito il tempo, giunga l'ora
- assorbita in vittoria e guerra e morte –
allor che il Padre ogni lagrima asciughi:
e sia, ecco, tutto in tutti il nostro Dio.


                    II


Ignare a quella sete che per noi
patì là in Croce Cristo benedetto
onde sgorga la Fonte da Maria
che quanti appaga infin li imparadisa,
urlan le genti, dopo aver mangiato
terra per cibo: - bruciamo di sete! -
e come pazze si scontran cercando
sorsi a ristoro, e le sorgive tutte
di loro stragi sfociano inquinate.
Tu unica sorgente, o Immacolata,
donde fluisce acqua di vita al Cielo
che per l'amore in vino e vino in Sangue
a Cana è pregustata e sul Calvario
versata al mondo dal Cuore Divino !

                  III

Beati son gli immacolati in via,
in tua custodia docili, Maria !
Nel labirinto dei giorni tu sei
certezza di speranza in ogni inciampo,
filo d'Arianna a quanti van sperduti
e il mostro è vinto, il Tesoro è trovato;
tesoro ai cuori, nascosto nel campo.
Dal mareggiar del mondo più diviso
vedo le folle accorrere alla Grotta
tua, Vergin Regina della Storia,
dove è fiumana il flusso della grazia
a quanti il mal in mente o in corpo strazia,
per raddrizzar la rotta al Paradiso.
Per te, com'Eva si risolve in Ave,
in Amor Roma suo mister rivela,
dov'è materna Chiesa che dà pace.
Rigenerati, a noi per te vien detto:
Prendi questo vestito di candore,
immacolato portalo al Signore,
onde avere con Lui eterna vita.
           O vita di Gesù, e vera e nuova,

          canto di chi la serba,
           schianto di chi la perda,
           gaudio se si ritrova!
           A noi chiamati in te promesso è il giorno:
         Prendi l'amor, questa lampada accesa;   
          splenda il tuo segno, che avvenga il suo Regno:
          onde, giungendo lo Sposo alle Nozze,
          tutto palese senza nascondiglio
          incontro possa corrergli con luce
          che Sua bellezza svelata riveli
           e insieme ai santi fratelli felici
          dentro la sala regale dei cieli
          vivere amante senza fine in festa
          gloriando al Padre per la Madre il Figlio.

12 novembre 1955