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Thursday, May 10, 2012

contemplazione e realtà

"la contemplazione è prima di tutto un certo modo di penetrare più a fondo la realtà". 
(Jean Danielou :  LA TRINITA E IL MISTERO DELL’ESISTENZA.pag.9)

Leggiamo l'introduzione di questo breve ma denso scritto:

Quanto più si allarga nella vita del cristiano la dimensione dell'azione temporale, tanto più la testimonianza contemplativa la deve contro­bilanciare. Nelle trasformazioni della, odierna civiltà si esprime la ricerca oscura del pieno compimento dell'uomo: un compimento impos­sibile al livello di una civiltà esclusivamente materiale, o di una società umana puramente fraterna. Alla radice della crisi attuale del mon­do si trova la ricerca di Dio. Si tratta di ren­dere presente, nella civiltà tecnica, la dimen­sione della trascendenza, al di fuori della quale non esiste possibilità di un umanesimo. È vero anche a livello della creazione della città. Se non vi sarà posto per l'adorazione, se la città si costruirà senza Dio, non soltanto non sarà religiosa, ma non sarà neppure umana. Proprio perché l'uomo di oggi tende a rendersi autosufficiente, l'adorazione diviene la battaglia più urgente. Una città in cui gli abitanti resta­no senza pane e senza casa è una città inumana; ma anche una città in cui è assente la luce na­scosta della preghiera è una città inumana .

Ritornano alla mia memoria alcune delle parole di Alvaro Del Portillo riferite a san Josemaria Escrivà "  Massimamente utili nella Chiesa di Gesù non sono i cosiddetti uomini pratici e neanche i puri banditori di teorie, bensì i veri contemplativi, dominati da una passione lucidis­sima e infaticabile: divinizzare e trasfigurare in Cristo e con Cristo tutta la realtà creata. Non è un paradosso asserire che, nella Chiesa di Gesù, soltanto la mistica risulta veramente pratica.

In particolare nella contemplazione della Trinità "ci si svelano le ultime profondità del reale, ci si svela il mistero dell'esistenza. La Trinità è principio e origine della creazione e della redenzione; nel mistero della lode e dell'adorazione ogni cosa le è infine rapportata. Al di là di tutto, dà a tutto la sua consistenza. Tutto procede da lei e a lei tende. La conver­sione essenziale è quella che ci fa passare dal mondo visibile, che ci sollecita da fuori, al mondo invisibile: mondo insieme assolutamen­te reale, perché costituisce il fondo ultimo di ogni realtà, e assolutamente santo ed ammira­bile perché fonte di ogni beatitudine e di ogni gioia. In ogni conversione particolare, in ogni pro­gresso della vita, si trova questa conversione di fondo: apertura alla realtà fondamentale del­le Persone divine, scoperta che in esse risiede la pienezza dell'essere, appello a trovare in esse la nostra sufficienza e il nostro tesoro nel tempo e nell'eternità. Perciò la contemplazione è prima di tutto un certo modo di penetrare più a fondo la realtà. E, al contrario, il peccato è mancanza di apertura alla vera realtà, è limi­tazione nel mondo esteriore e superficiale, il mondo del nostro egoismo. Dobbiamo entrare in questa conversione con­templativa fondamentale, cercando di aprirci alla realtà sovrana della Santissima Trinità, di riempirci i cuori della sua luce, lasciando il re­sto per rivolgerci a lei. (pag 9 )