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Wednesday, April 04, 2012

L'agonia di Gesù

Venerdì santo 2012, come tutti gli altri venerdì santi  della storia.Si è caricato dei nostri peccati, dei peccati di tutto il mondo, di tutta la storia, di tutta la gente. John Newman, da poco proclamato beato, descrive in modo impressionante l'orrore e la ripugnanza di Gesù in quella notte passata nell'orto degli ulivi. Mai nessuno aveva raccontato in modo così sconvolgente ciò che ha provato il nostro redentore:

Quale orrore, quando egli guardò e non riconobbe se stesso; e si sentì come un peccatore immondo e ripu­gnante, per la viva percezione di quella massa di cor­ruzione che si rovesciava sulla sua testa e scorreva giù sino all'orlo del suo vestito! Quale turbamento nel ve­dere i propri occhi, le mani, i piedi, le labbra, il cuore, come fossero membra del Maligno, e non di Dio?. So­no forse queste le mani dell'immacolato Agnello di Dio, mani una volta innocenti, e ora rosse del sangue di mi­gliaia di crudeli delitti? Sono queste le sue labbra, non più intente a proferire preghiere e lodi e sante benedi­zioni, ma quasi insozzate da imprecazioni, bestemmie e dottrine diaboliche? O i suoi occhi, ora profanati da tut­te quelle visioni inique e dalle seduzioni idolatre, per amore delle quali gli uomini hanno abbandonato il lo­ro adorabile Creatore? E le sue orecchie, ora, risuonano del tumulto di gozzoviglie e di litigi; e il suo cuore è ag­ghiacciato per l'avarizia, la crudeltà, l'incredulità; la sua memoria stessa è oppressa da ogni singolo peccato com­messo, sin dalla caduta dell'uomo, in tutte le regioni del­la terra; dall'orgoglio degli antichi giganti, dalla lussuria delle cinque città, dall'ostinazione dell'Egitto., dall'ambi­zione di Babele, dall'ingratitudine e dal disprezzo di Israele. ..] È la lunga storia di un mondo, e Dio solo può sop­portarne il peso. Speranze deluse, voti infranti, luci spen­te, ammonimenti disprezzati, occasioni perdute; inno­centi traditi, giovani induriti, penitenti che ricadono nel­la colpa, giusti sopraffatti, vecchi che soccombono; i so­fismi della miscredenza, la premeditazione della pas­sione, l'ostinazione dell'orgoglio, la tirannide dell'abitu­dine, il cancro del rimorso, la febbre di affanni che con­suma, lo strazio della vergogna, lo struggersi per la de­lusione, l'angoscia della disperazione; spettacoli crude­li e pietosi, scene strazianti, rivoltanti, esecrande, folli;persino i volti lividi, le labbra convulse, le guance ardenti; le fronti cupe delle vittime volontarie del male so­no davanti a lui, sono sopra di lui, sono dentro di lui. Sono con lui al posto di quella pace ineffabile che sempre ­aveva regnato nella sua anima, fin dall'istante del concepimento. Sono sopra di lui, ma certo non gli appartengono; ed egli grida al Padre suo come fosse il colpevole, non la vittima; la sua agonia assume le forme della colpa e della compunzione. Egli fa penitenza, si confessa colpevole. La sua contrizione è infinitamen­te più reale ed efficace di quella di tutti i santi e di tutti i ­penitenti insieme, poiché egli è l'unica vittima per tutti, l'unica soddisfazione, il vero penitente; tutto,fuorché il vero peccatore
(JOHN HENRY NEWMAN; Gesù, pagg.102-105)