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Monday, May 28, 2012

Che forma ha il Paradiso?

 Francisca Javiera Del Valle , umile operaia in una sartoria all’inizio del 900, racconta la sua esperienza mistica del Cielo con un linguaggio semplice e teologicamente perfetto. Descrizione che è insieme preghiera estatica. Riesce a comunicare "qualcosa"  di ciò che san Paolo parla nella prima lettera ai Corinti" Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,né mai entrarono in cuore di uomo,queste ha preparato Dio per coloro che lo amano."
 Pagg 95-99 , DECENARIO DELLO SPIRITO SANTO, Javiera Del Valle. ed. ARES


Quello che esiste là chi potrà mai spiegarlo, se l'anima, rapita da quelle bellezze, non riesce a dire nulla? Tutti coloro che lì godono di Dio si incontrano, si guardano, si rallegrano gli uni con gli altri. In questo luogo non si ode parola alcuna. Oh, linguaggio divino! Riflettendosi in Dio tutti si comprendono e, rapiti, glorificano Dio. Spostandosi agilmente per quei cieli scon­finati, si resta sempre nel centro di Dio, dovunque si vada e dovunque si desideri andare. Sono sempre nel centro di Dio e sempre rapiti dalla sua divina leggiadria e bellezza. Infatti Dio è un oceano immenso di meraviglie e di divina essenza che si diffonde e si diffonderà sempre. E siccome ciò che si diffonde sono la grandezza, la bellezza, la gioia, la felicità e tutto quanto è racchiuso in Dio, l'anima nuota continuamente in quella gioia, in quella felicità e in quella gloria che Dio fa scaturire da sé. Dio è cielo sconfinato: perciò di continuo si vedono e si godono nuovi cieli dalle inimmaginabili bellezze e meravi­glie, che l'anima vede come nel centro di DioE percorrendo quegli infiniti cieli nuovi l'anima si ritrova eternamente felice.
, e ne gode per sempre.
Chi potrà mai dire che cosa sia? Se tutti i cherubini venissero sulla terra e incominciassero a parlare con l'intelligenza particolarmente privilegiata che Dio ha dato loro e con il loro ardente desiderio che Dio sia conosciuto attraverso le sue opere, neanche loro saprebbero dirci alcunché e neppure darci un'idea di quello che è. Ci sarà qualcuno che possa parlarci e dirci qualcosa del nostro Dio? Non ha corpo né forma né figura alcuna; chi, pertanto, ci potrà dire com'è? Quale corpo, forma o figura ha la perfezione di tutte le perfezioni e la perfezione di tutte le bellezze? A stento riusciamo a farci una idea delle cose che vediamo e tocchiamo... Se non siete d'accordo, ditemi: quale forma ha la chiarezza? E l'aurora del mattino? E la nostra vita? E quella di tutti i fiori, delle piante e di ogni essere vivente? Oh, vita che vivi da sempre! Unica vita vivente! Mio Dio e mio tutto! Chi ci sarà che possa parlarci di te e dirci come sei?

Se chi ti vede resta a tal punto rapito e dimentico di sé da non sapere se vive in sé, perché il solo ricordarsi di te lo trasporta fuori di sé, chi potrà dirci qualcosa di te? Come paragonare la conoscenza di Dio che si acquisisce nella scuola divina e ciò che sapevamo prima di entrare in essa? Non si può fare alcun paragone se non quello del cieco nato che, sapendo che cos'è la natura perché gliel'hanno descritta, all'improvviso perdendo la cecità la vede così com'è. Ben saprebbe dirci lui la differenza fra quello che gli hanno descritto e quello che è! Perciò, o mio Maestro, guida tutti noi alla tua scuola affinché, come il cieco, vediamo quello che tu sei, altrimenti nessuno è in grado di dircelo.

Come può, una creatura che per natura non è nulla esprimere tutto questo a parole? Come sarà in grado di dirci che cos'è quello che è, se questo le risulta incomprensibile per la sua immensa grandezza e maestà? Non esiste intelligenza umana o angelica, per immensa che sia, che possa dircelo, perché qualsiasi immensità che non sia quella di Dio ha un limite, e oltre non va. Chi ci parlerà di Dio e ci dirà com'è? Nessuno, nessuno, né in cielo né in terra.

È fuoco di eterna luce che racchiude immensi fulgori; sorgente di perfezione che racchiude tutte le virtù. Ognuna delle sue infinite perfezioni ha il suo modo di essere, ed è naturalmente infinita quanto a leggiadria e bellezza, tanto da rapire. E infatti chi la vede viene tanto rapito da restare come privato dell'uso di ragione e assorbito nella stessa bellezza e leggiadria che gli vengono trasmesse, e nel percepire ciò si sente ancor più privato della ragione, assorto e rapito dalla gioia e dalla felicità che sente dentro l'anima. E tutta questa gioia e questa felicità le ha provate nel vedere una delle perfezioni di Dio. Figuriamoci che cosa proverà alla vista di tutte le perfezioni, di tutte le virtù e di tutti i poteri di Dio! Che cosa proveremo, ognuno di noi, nel vederci amati da Dio prima di tutti gli angeli e di tutti gli uomini, con un amore qual è l'amore di Dio, che lascia l'anima inebriata da una felicità impareggiabile, tanto piena di soddisfazione che non si desidera nessun'altra cosa? Infatti l'amore di Dio dà all'anima e al corpo la sazietà in tutti gli stati di felicità, gioia e gloria, senza che questo amore diminuisca e smetta di amarci per i secoli dei secoli.

Che cosa sentirà l'anima quando si vede amata tanto e per sempre da Colui che è l'unica cosa che esiste? E chi ci potrà spiegare o dire ciò che l'anima sente guardando Dio, quando al solo vederlo essa si sente annegare in quegli immensi oceani, mari senza fondo, cieli dilaganti nell'infinito e nell'eterno? Tanto è racchiuso nella Divina Essenza.

E poi, chi ci potrà dire chi è Dio se ciò che si avverte al solo vederlo è indicibile, perché l'anima si svuota della sua vita e vive deificata soltanto in Dio? Che cosa ci potrà dire se, deificato il suo vivere, è assorta in estasi e rapita dall'abbondanza di tutte le felicità? Come ci potrà parlare di Dio? Chi, rapito, potrebbe articolare parola? E se anche potesse, come potrebbe spiegare quello che è al di sopra di ogni intelligenza? E se la mera vista di Dio ha questi effetti, che cosa proverà l'anima quando Egli stesso le si darà in possesso per godere e godere per sempre di Lui? E se si ottengono questi effetti soltanto al vederlo, quale godimento avremo nel possederlo? Che sarà Dio in sé stesso?

Oh, Grandezza somma! Vita che sempre hai vissuto di tua vita propria! Perché tu sei colui che ha dato la vita a tutti gli esseri! Come vorrei, ora, in questa vita presente, avere una gioia infinita e usarla per godere della consapevolezza che tu sei chi sei! E pensare che gli uomini negano la tua esistenza, quando tu sei l'unica cosa che esiste e vive di vita propria! O mio tutto in tutte le cose! Parla, fa' che ti sentano da un confine all'altro della terra e dì a tutte le creature che non hai alcun bisogno di noi, ma ci desideri solo per venire incontro alle nostre necessità e per trarci dalla nostra pochezza e miseria, per darci la gioia e la felicità che cerchiamo e non troviamo e nemmeno potremmo trovare perché sono solo in te, fonte e sorgente di tutta la gioia e di tutta la felicità. Ma come possono cercarla in te, se non credono in te e negano la tua esistenza?

Oh, Santo e Divino Spirito, vieni! Discendi sulla terra e ferisci tutti i cuori come tu sai ferire, perché così feriti da te non possano più resistere alla tua divina chiamata e abbandonino le bambinate in cui si stanno trastullando, inganno infernale col quale Satana conquista i cuori degli uomini che sedotti e ingannati trascorrono la vita in distrazioni infantili fino a che non sono colti dalla morte, perdendo così il fine per cui sono stati creati.

Santo e Divino Spirito, non lasciarci nei nostri vani passatempi. Spingici, con la forza che hai per il vero Dio che sei, a venire a te. Fa' che in tutti si compiano i tuoi amorosi disegni e da tutti tu sia onorato, lodato e glorificato, e noi possiamo godere della tua bontà divina, e tutti alla tua presenza divina, deificati, per te possiamo vivere per i secoli senza fine come tu hai desiderato già prima della nostra esistenza. Amen.