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Wednesday, July 08, 2015

Marmellata di arance



 Un giorno mi chiedesti la marmellata di arancio. Era un  mattino  di  fine maggio; percorsi tutta  la città,  di negozio in negozio, di rifiuto in rifiuto. I bottegai scrollavano il capo come chiedessi qualcosa di  assurdo, un pezzo di Marte.  Sudavo correndo, di  strada  in strada, di bottega in bottega, e di sorriso in ironia. Forse mai come in quelle ore odiai i tedeschi e sentii l'orrore  della guerra. Disperazione e fraterno egoismo mi tolsero in quelle ore l'intelletto:  ero un uomo cieco e scatenato che cercava un  barattolo  di marmellata d'arancio con l'impeto di un brigante di strada, con la voce querula di un accattone - rivolto ora ai borsari neri, ai compagni, agli amici - inutilmente.  ( pagg,151-152)
 
Fu un giugno crudele, così  denso di vita, di fervore appena fuori del cancello dell'ospedale. Al di del viale, a Porta Pia, c'era un luna-park di rione, con la pista delle automobili,  le  barche  volanti e  i  tirassegni. L'altoparlante diffondeva le canzoni. Uscendo dall'ospedale mi fermavo ogni volta in mezzo a quel clamore, incapace di formulare  un  pensiero o un  proposito.  Quella  mattina del nostro congedo, mi trovai col viso contro una vetrina di via Salaria ov'erano esposti, l'uno  sull'altro a piramide, barattoli di conserva dolce. Alla sommità della pila stavano i vasetti di marmellata d'arancio. Li guardavo e il frutto  stampato sull'etichetta mi sembrava una faccia che ammiccasse. Le mie idee e convinzioni, l'amore che portavo alla mia ragazza e alla bambina che anche a  me era nata, la fiducia nel mio lavoro, la verità per la quale gli amici più cari erano caduti nella Resistenza, la mia umanità e le mie aspirazioni, tutto  vacillava di fronte  all'ingiustizia che la tua sorte vi opponeva. Ora mi dico che per gli spiriti più immacolati e più corrotti la morte è sempre un'assuefazione di vita, è il compimento di una conoscenza. E per le anime non più pure e non ancora peccatrici, che non conobbero il sapore della rinuncia   il gusto dell'offesa?  "Poiché  dei poveri di  spirito  sarà il Regno dei Cieli" disse il Cristo. Se così è, la tua  anima splende nell'Eterno  più alto.   Napoli, dicembre 1945                     
 VASCO PRATOLINI, Cronaca familiare pag.155

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